La trasformazione digitale, lo sappiamo, è solo all’inizio: viviamo in un’epoca in cui nulla resta a lungo invariato, un tempo che ci chiama alla continua evoluzione. Per questo in PowerApp monitoriamo attentamente come si muove il mercato, in particolare quello digitale, sempre in cerca di ispirazioni e spunti per migliorare il nostro lavoro e quello dei nostri clienti.

Il nostro più recente colpo di fulmine è quello per il Design Sprint, una metodologia di problem solving sviluppata in primo luogo all’interno di Google e molto diffusa non tanto da noi (ahimé) ma negli Stati Uniti.

Dopo aver studiato il Design Sprint abbiamo provato ad applicarlo, perché per comprendere non c’è modo migliore che provare. L’abbiamo quindi testato prima su noi stessi, poi su un campione di volenterosi clienti.

I risultati? Decisamente incoraggianti!

 

Cos’è esattamente il Design Sprint

Il Design Sprint è una metodologia di lavoro utile per rispondere ai grandi quesiti critici sul proprio business che le aziende e i manager sono costretti a porsi sempre più spesso – in Italia e nel mondo – per riuscire a stare sul mercato e a crescere.

Il processo è stato ideato da Jake Knapp in Google e in seguito perfezionata col supporto dei colleghi John Zeratsky e Braden Kowitz in Google Ventures ed è alla base di alcuni dei più importanti prodotti lanciati da Google: Gmail, Google Search, Google X, solo per citarne alcuni. Inoltre, è stato adottato con successo anche da aziende come Lego, Bose, Uber, Salesforce, Netflix e altre.

A questo punto forse starai pensando: “Grazie mille, ma la mia azienda cos’ha a che fare con questi colossi?”.

Semplice: l’esigenza di risolvere problemi, di comprendere come migliorare i prodotti o servizi, di lanciarne di nuovi, di riuscire ad affrontare la concorrenza e restare competitivi, di accrescere il business.

E il bello del Design Sprint è che, in quanto metodo, funziona bene per tutti, e può aiutare le multinazionali tanto quanto le piccole medie imprese.

 

In cosa consiste il Design Sprint

Il Design Sprint è un processo strutturato, governato da precise e semplici regole che consentono di svolgere delle riunioni di brainstorming nel modo più produttivo possibile.

Non c’è nessuna invenzione eccezionale quindi, ma una grande intuizione: con questo metodo le aziende possono evitare le riunioni fiume, dispersive e confusionarie che si concludono con un bel “dobbiamo ragionarci”, per poi rimandare per mesi e mesi le decisioni importanti per il business.

(Ammettiamolo, tutti abbiamo fatto riunioni di questo genere…)

Il Design Sprint, invece, è lo strumento che ci consente di riunire intorno a un tavolo un team cross-funzionale per fermarsi a esaminare una problematica o un’esigenza dell’azienda attraverso una precisa metodologia e senza perdere tempo.

Il maggiore punto di forza del Design Sprint è proprio che si passa subito all’azione: si prevede infatti l’ideazione di possibili soluzioni, la scelta della miglior soluzione da parte del team e la costruzione di un prototipo da sottoporre a un campione di utenti in un’unica sessione.

Insomma, addio eterni processi decisionali, benvenuta rapidità di esecuzione!

 

Come funziona il metodo Design Sprint

Una volta definito il team di lavoro e la questione su cui concentrarsi, le sessioni di lavoro si articolano in varie giornate (nella forma più “pura” 5 giornate, che possono però anche essere ridotte a tre). Ogni sessione è divisa in varie fasi di lavoro: inizialmente si identifica il problema e la sfida, poi si sviluppano individualmente possibili soluzioni, quindi la soluzione vincente viene votata e messa immediatamente alla prova con la costruzione di un prototipo che si sottopone ad un piccolo gruppo di tester per ricevere feedback.

Esiste inoltre una versione alternativa dello Sprint, più breve, di sole quattro ore, che si concentra più sulle prime fasi di lavoro (identificare il problema e scegliere una soluzione) che sulla fase pratica di prototipazione e test.