Abbiamo già parlato – in questo articolo – del Design Sprint, un processo di lavoro sviluppato all’interno di Google che permette di trovare rapidamente soluzioni ad alcuni dei grandi quesiti all’interno delle aziende.

Parliamo di domande importanti ed essenziali, quali ad esempio:

  • Come risolvere un determinato problema?
  • Come migliorare prodotti e servizi?
  • Come lanciare un nuovo prodotto?
  • Come affrontare la concorrenza e restare competitivi?
  • Dove concentrare un investimento?

 

Vediamo ora come si svolge il processo, di cosa e di chi ci sarà bisogno e quali sono le fasi di lavoro.

 

Prima di iniziare: definire il problema, scegliere il team

È fondamentale, prima di iniziare lo Sprint, definire esattamente qual è il problema o, più in generale, la questione a cui vogliamo trovare una soluzione.  Qual è esattamente la sfida che vogliamo affrontare? Focalizzare la domanda ci permetterà di identificare il giusto team di lavoro.

 

L’approccio del Design Sprint prevede infatti di coinvolgere un team cross-funzionale, per cui persone che provengono da diversi reparti aziendali o che, più semplicemente, possono contare su differenti skill. In poche parole, dovresti invitare allo Sprint tutti coloro che saranno chiamati in causa più tardi nella fase di esecuzione del prodotto, della strategia o della visione che emergerà dal Design Sprint.

Per questo è importante includere nel team non solo i decision maker, ma anche coloro che possono dare un parere tecnico e, ad esempio, respingere un’idea perché non praticabile.

Due figure chiave nel team saranno:

  1. il Decisore (es. titolare, Presidente, CEO, o manager di una specifica funzione aziendale responsabile della gestione della sfida in questione)
  2. il Facilitatore (una parte terza, esterna all’azienda, esperta di Design Sprint, che garantisca l’efficacia della sessione).

 

La sessione e le fasi di lavoro

La forma più “pura” del Design Sprint prevede una sessione della durata da 3 a 5 giornate.

Ogni giornata è costituita da sei ore di lavoro, ovvero il tempo in cui – secondo la neuroscienza – noi umani possiamo mantenere al massimo la nostra concentrazione. Ogni ora e mezza sono previste piccole pause per permettere al cervello di “ricaricare” e continuare a dare il massimo.

Le fasi in cui si articola il processo sono:

  1. CAPIRE E IDENTIFICARE LA SFIDA

Si identifica la problematica su cui ci si concentrerà, si sviscera il problema per comprenderlo a fondo considerando tutti i punti di vista dei componenti del team, si definisce la sfida da affrontare

 

  1. IDEARE LA SOLUZIONE

Ogni membro del team andrà ad ideare la soluzione prima in modo individuale, poi in condivisione con il team

 

  1. SCEGLIERE LA SOLUZIONE

La soluzione migliore viene selezionata dal team tramite votazione

 

  1. PROTOTIPARE

Si comincia subito a lavorare per creare un veloce test della soluzione scelta, elaborando prima lo storyboard e poi un primo semplice prototipo (ad esempio si realizzano le principali schermate di un’app con uno strumento di disegno wireframe)

 

  1. TEST

Su un campione di almeno cinque utenti si mette alla prova il prototipo realizzato e si esaminano i feedback raccolti

 

Il Design Sprint, oltre ad avere il grandissimo beneficio di garantire velocità decisionale, ha quindi un altro gigantesco punto di forza: con questo metodo non solo si è sicuri di arrivare ad una scelta condivisa dal team, ma si riesce in pochi giorni a creare già una prima versione della soluzione, a testarla concretamente e a ottenere dei riscontri.

In questo modo si evitano due grossi rischi:

  • Adottare soluzioni che non sono approvate da tutto il team e che potrebbero essere decostruite in qualsiasi momento (con ingenti perdite di tempo e denaro, nonché una buona dose di frustrazione)
  • Lanciarsi con investimenti finanziari su soluzioni che non sono state davvero progettate per rispondere alle esigenze del target a cui si rivolgono

 

Ecco perché questo strumento è utilissimo anche per i nostri clienti che hanno problematiche legate al marketing o allo sviluppo di applicazioni (web o mobile): si tratta di una “prova generale” che può aiutare a individuare e selezionare le soluzioni più adeguate prima di investire e dare vita al progetto.

 

 

 

Troppo impegnativo? Niente paura, c’è l’applicazione Light (più breve)

Lo sappiamo, fermare un team cross-funzionale per 3/5 giornate può essere davvero impegnativo per un’azienda, soprattutto se di medie o piccole dimensioni.

Per questo un’applicazione alternativa che ci piace molto è il Lightning Decision Jam, durata 4 ore.

In questa sessione non si arriva fino a prototipare e testare la soluzione pensata, ci si focalizza sull’ideazione e la scelta della soluzione e a costruire a livello macro un progetto.

È un’applicazione che si presta molto bene a mettere in atto nuove dinamiche relazionali nell’azienda e a iniziare a ideare una soluzione con un metodo più efficace, veloce e soprattutto condiviso.